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Bonnie

Bonnie parlava sempre molto prima di mettersi a dormire. Spegneva la luce (lo decideva sempre lei quale fosse il momento di restare al buio a prescindere dal fatto che io magari stessi leggendo o non mi fossi ancora coricato), chiudeva gli occhi, si raggomitolava nelle lenzuola e iniziava a chiacchierare. Non sempre ciò che diceva aveva senso. Anzi, la maggior parte delle volte non si trattava nemmeno di discorsi veri e propri quanto piuttosto di frasi sconnesse legate tra loro da lunghi sospiri. C'era però un ordine nel suo modo di esporre. Inizialmente partiva con un tono basso, pacificatore, tranquillizzante. Le parole erano sempre un po' strascicate ma si capivano abbastanza bene e mi permettevano anche di inserirmi nel suo filo di pensieri. Poi piano piano le parole diventavano sempre più strasciate, le pause tra l'una e l'altra sempre più lunghe, sino a un apparente silenzio. Infine, quando finalmente chiudevo gli occhi anche io e le sussurravo la buonanotte, rip

Di internet e di favole

Conobbi Clara online su un sito di incontri come se ne trovano tanti. La mia storia precedente si era conclusa in malo modo e mi trovavo in una di quelle fasi della vita in cui il lavoro sembra non bastare più per ingenerare quel non pensiero ristoratore di cui abbisognavo. Quindi, digitai su google le paroline magiche "sito di incontri" e mi iscrissi a tutti. Per chi non lo sapesse, questo tipo di siti vivono sulla creduloneria degli avventori, sulle loro speranze e perché no, sulla loro vanità. Mi ritrovai perfettamente inserito in una comunità di finti adoni che caricavano immagini improponibili e imprevedibili di sé, alcune delle quali probabilmente risalenti alla loro infanzia. Tutto era perfetto e ricoperto da una garza rigeneratrice: i volti senza rughe, i capelli fluenti, la muscolatura definita. Il sesso femminile non era da meno. Franca55 aveva l'aspetto di una 15enne e Miriam60 sembrava avere appena finito le elementari. Mara43 ci batteva tutti: una foto in

Le scale: ovvero suonare le note senza accarezzare i tasti

Anche se cambiano a seconda della scala che si decide di adottare, ci sono dei segnali inequivocabili che avvertono se una relazione sta per finire. La chiamo relazione e non storia perché dal momento che senti il bisogno di valutarne la stabilità applicando gli strani algoritmi di sedicenti esperti dell'amore che pubblicano i loro strumenti diagnostici su internet, probabilmente consideri il tuo rapporto con la persona che hai accanto semplicemente in crisi ma non ancora finito. E la parola "storia" richiama alla mente concetti quali estinzione, vecchiume, non più, fine. Che poi, a dirla tutta, il ragionamento da fare non appena si è consultata la scala a noi più idonea sarebbe: ma se sei così esperto dell'amore perché invece di viverlo non trovi niente di meglio da fare che scriverne per giudicare quello degli altri? Che fai, provi emozioni per interposta persona? Comunque che sia una scala da 5, 10 o 15.000 gradini, gli autori sono concordi nell'affermare ch