Le scale: ovvero suonare le note senza accarezzare i tasti

Anche se cambiano a seconda della scala che si decide di adottare, ci sono dei segnali inequivocabili che avvertono se una relazione sta per finire.
La chiamo relazione e non storia perché dal momento che senti il bisogno di valutarne la stabilità applicando gli strani algoritmi di sedicenti esperti dell'amore che pubblicano i loro strumenti diagnostici su internet, probabilmente consideri il tuo rapporto con la persona che hai accanto semplicemente in crisi ma non ancora finito. E la parola "storia" richiama alla mente concetti quali estinzione, vecchiume, non più, fine. Che poi, a dirla tutta, il ragionamento da fare non appena si è consultata la scala a noi più idonea sarebbe: ma se sei così esperto dell'amore perché invece di viverlo non trovi niente di meglio da fare che scriverne per giudicare quello degli altri? Che fai, provi emozioni per interposta persona?
Comunque che sia una scala da 5, 10 o 15.000 gradini, gli autori sono concordi nell'affermare che un amore finisce se:

1) Diventa complicato fare l'amore, routinario o noioso.
E' il periodo delle grandi battute del tipo: "quando faccio l'amore mi sembri un supereroe, Flash"; "non preoccuparti adoro Pisa". E delle scuse: "Scusa è  che il lavoro mi uccide e sono molto stanco". Fidatevi: se mentre fate l'amore non trovate niente di meglio da fare che addormentarvi è perchè state cercando di scappare con la mente dalla vostra quotidianità.

2) Ogni occasione è buona per litigare con il partner.
Non sono molto sicuro del motivo per cui succeda alle donne. Posso solo ipotizzare che per loro questa fase corrisponda a un periodo di grande confusione mentale (simile a quella che aveva Marv in Sin City). Sicuramente è quello della cosiddette scuse esistenziali del tipo "Non sei tu, è l'universo che mi va stretto e la dieta non serve a niente!". Per ciò che concerne noi maschietti, per quanto possa sembrare un concetto maschilista, sono convinto che sia tutta colpa delle mestruazioni. Ho letto da qualche parte che il periodo del ciclo si trasmette. Che tra amiche molto strette finisca con il confluire in un'unica straripante settimana del mestruo. Ecco, ricordate una cosa: il ciclo si trasmette anche tra da donna a uomo. Solo che le mestruazioni dell'uomo sono peggiori. Non che facciano più male o che l'effetto splatter sia più accentuato. Semplicemente in quei giorni lì, e per il maschio sono circa 25 giorni al mese, è meglio evitare qualsiasi tipo di contatto umano. E' come se una nebbiolina fluorescente ti avvolgesse completamente quasi a indicare agli altri che sei posseduto da uno strano demone mentre te non riesci a superare la fitta nebbia che rende il tuo prossimo, e peggio chi ti sta accanto, un'unica massa informe che possiede le fattezze del ragazzino che ti ha fatto lo sgambetto quando avevi 4 anni facendoti rovinare sulla suora dell'asilo, o quella di tuo padre la prima volta che hai provato a sfidarlo per vedere chi avesse più forza. In realtà la nebbiolina che ti avvolge, e questo purtroppo lo capiscono solo gli amanti dei cartoni animati di un certo tipo, è pura forza combattiva. Un'aura di malvagia incazzatura che permea ogni tuo pensiero e parola. Non parli in quei giorni, tagli. Non ti pettini, hai i capelli da Supersayan naturali.

3) Non comunichi più.
E' forse la fase più animalesca, quella che, per capirci, rivaleggia con la prima dell'innamoramento quando tu e la tua partner siete solo sesso e palpatine e baci viscidi e risatine che tutti gli altri vi prendono per scemi mentre voi trovate un senso al tutto dopo anni di oscurità. Come quando fumi un paio di canne belle forti e d'un tratto ti rendi conto che la maggior parte dei testi di psicologia sociale sono stati scritti sotto effetto di droga. Che capisci che il tuo coinquilino rutta e scorreggia solo ed esclusiavamente quando ci sono delle donne presenti per affermare il suo ruolo di maschio dominante nella casa dove abitate mentre quando siete soli indossa una crestina rosa e lava i piatti per hobby. In questo periodo inizi a esprimerti a grugniti e piuttosto che ascoltare l'ennesimo ricordo a cena preferiresti spararti alle ginocchia in modo che il dolore ti ovatti l'udito (citazione da Aldo Giovanni e Giacomo).

4) Cominci a far caso a difetti dell'altra persona.
E' una fase drammatica strettamente collegata al primo piolo della scala visto che in questo periodo ogni scusa è buona perché billino vada a nascondersi in trincea. Per la prima volta ti accorgi di quel neo un po' troppo pronunciato. Rimugini sulle sue maniglie dell'amore. Ti chiedi con quale coraggio riuscissi a baciare al mattino quella specie di cloaca di Calcutta che ti sorride e ti chiama amore prima di usare lo spazzolino.

5) Non hai più voglia di provare nuove esperienze con il partner.
In assoluto, per me, la fase più triste. Perché quando ami ogni occasione è anche un'avventura. Vai a fare la spesa? Gli scomparti diventano delle rapide e i carrelli si trasformano in massi che ostacolano la folle corsa a precipizio che stai compiendo. Perché hai l'ansia di vivere tutto e subito insieme alla persona che ha ridato colore al mondo un po' sbiadito che ti circoda da quando sei piccolo. Perché, cazzo ma quante sfumature ha il tramonto se lo si guarda in due. Perché in definitva il tempo non ti basta mai e la cena che stai per preparare è solo un momento di attesa tra l'uscire e tornare dentro di lei.

Ecco con Clara mi ritrovai a salire e poi ridiscendere i pioli di questa scala in nemmeno un mese. Esattamente 12 anni dopo il nostro primo bacio e 5 dopo la nascita di Luca. Un lasso di tempo indubbiamente lungo, forse anche troppo se volete saperla proprio tutta. Ma non sempre si è completamente artefici del proprio destino e si stringono saldamente le redini della propria vita. Lo so: non riuscite a capire di cosa sto parlando. Aspettate che ve lo racconti allora e poi saprete dirmi.

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